la nostra storia raccontata dalle immagini

Questa serie di immagini descrive un po' il percorso fatto per realizzare ciò che ora è una importante realtà agricola in Benin. Per arrivare a questi risultati sono stati determinanti alcuni fattori fondamentali.

  • DECISIONE.  Il fatto di non riflettere troppo può essere un propulsore formidabile. Farsi trascinare dall'entusiasmo,  è decisivo. L'indecisione ci fa vivere nella mediocrità e non ci fa fare le cose.
  • ALTRUISMO.  Quand'anche si pensasse di intraprendere un'attività a scopo di lucro in un luogo povero, dove, comunque ti muovi, crei posti di lavoro e lavori indotti, riesci a gustare la voglia di fare di più per migliorare le condizioni di vita delle popolazioni locali. La voglia di aiutare è contagiosa e non ha prezzo. La lancetta dei valori si sposta dai beni materiali al bene del prossimo.
  • ESSERE VISIONARI.  E' una componente essenziale che nasce fin dal primo momento nel quale si prendono decisioni di questo tipo. Ha molto a che fare con la DECISIONE e con l'incoscienza che a piccole dosi è molto utile. I risultati, a volte insperati, a volte auspicati, generano una sorta di "ubriacatura" che incoraggiano a fare sempre nuovi progetti, per migliorare, per creare nuovi posti di lavoro, per creare una economia che per le popolazioni non sia più di "sussistenza". Spesso l'azienda stessa non ha le risorse per portare a compimento queste idee, quindi immettiamo denaro fresco dalle nostre tasche per realizzarle. Se nasce un sogno, va realizzato a tutti i costi. A volte non è il ritorno economico la maggiore soddisfazione, ma la consapevolezza di avere cambiato le cose in un luogo talmente dimenticato da non essere facile da individuare nemmeno sulla carta geografica.
  • AVERE FEDE.  Pur nelle immancabili miserie umane, tutti tre i soci sono devoti e praticanti, anche se di religioni diverse. Mamouda è un musulmano di grande fede, Andrea e Guido, cattolici convinti. Il lavoro che si intende svolgere in quelle regioni dimenticate da tutti, va visto come quello dell'uomo, strumento nelle mani di Dio, che cerca di portare a compimento, indegnamente, la Sua creazione. Il che non esclude che chi non è devoto non possa ugualmente gioire del bene fatto e trarne benessere e pace. La testimonianza sta nel fatto che la stragrande maggioranza degli amici che ci hanno aiutato negli interventi umanitari, persone straordinarie, non sono praticanti.